Fiction. Perdutamente serial

di Giorgio Boccassi

con Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola

regia di Giorgio Boccassi e Valerio Bongiorno

Costumi di Mirella Salvischiani

Voci di Valerio Bongiorno

Scelta musicale di Giorgio Boccassi

Produzione Coltelleria Einstein

serale adulti – scuole: 11-18 anni

“Fiction” (perdutamente serial) la nuova produzione di Coltelleria Einstein, ci proietta, anzi ci scaglia nel mondo parallelo dei serial televisivi, con ritmo incalzante e inesorabile.

Ore e ore davanti ai piccoli schermi a divorare e farsi divorare da puntate di pluriennali storie di ogni genere, dal fantasy all’horror, dallo storico al poliziesco, dal kung-fu al romantico, dall’imperiale al preistorico, dallo sci-fi al teen-drama, dal sociale al politico, dal mistico al minimalista, dal musical al vicino di casa, dal legal thriller al comedy show, dall’amica del cuore al serial killer.

Un vortice di immagini da un universo trasversale mentre il metaverso bussa alle porte, con nuovi orizzonti da esplorare o creare.

I due protagonisti passano comicamente e a volte drammaticamente da un personaggio all’altro, da un’azione ad un’altra e contemporaneamente sono gli spettatori di questo gorgo inumano e demenziale.

Ogni tanto c’è un momento di pausa dove i due protagonisti si trovano a guardare nel baratro.

Precipiteranno?

Recensione  – link

2.3.2023 Perdersi nei serial. Ha debuttato al Teatro Alessandrino di Alessandria “Fiction” della Coltelleria Einstein

Ironia e binge watching ieri nello spettacolo di Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola, secondo appuntamento del Segmento Off della Stagione di Prosa del Comune di Alessandria e di PdV

ALESSANDRIA – Lieve come un balletto scherzoso e immersivo come il mondo delle serie tv. “Fiction – Perdutamente serial” della Coltelleria Einstein tratta proprio il tema della voracità dei guardatori seriali e lo fa esplorandone le derive. Lo spettacolo ha debuttato ieri 2 marzo al Teatro Alessandrino ed è stato il secondo dei tre appuntamenti del Segmento OFF della stagione di prosa organizzata dal Comune di Alessandria e da Piemonte dal Vivo.

Un tema come quello della dipendenza da fiction può essere trattato in modo smaccatamente comico oppure didattico, persino tragico nelle sue aberrazioni. Giorgio Boccassi (anche regista insieme a Valerio Bongiorno) e Donata Boggio Sola inizialmente lo sorvolano, poi vi si buttano tra il serio e il faceto e infine ne vengono travolti. L’assunto iniziale è che in rete si trovano mondi di ogni tipo, da quelli eroici a quelli distopici, mitici, regali … e possono essere talmente convincenti da prevalere sulla realtà. Su una scena (di Mirella Salvischiani) dove pochi elementi stilizzati ricreano un ambiente domestico che si intuisce dominato da una TV, i due protagonisti interagiscono faticosamente, divisi da una dimensione di irrealtà che prevale sulla loro vita. Sono Betta e Mario, ma combattono anche contro gli zombie, si ritrovano poliziotti, diventano sovrani alla corte d’Inghilterra. Tra un mondo immaginario e l’altro, sprazzi di presente e, come una sigla di stacco, balletti (decisamente gustosi) sulle note di una canzoncina di un film di Stanlio e Ollio. Si sorride e un po’ ci si ritrova nell’uso delle piattaforme di streaming; ci si riconosce persino nel binge watching, ovvero nell’abuso della visione di serie TV, la cui deriva estrema può portare al distacco dalla realtà. Fiction crea la sensazione del passaggio continuo tra realtà differenti e per lo più immaginarie, sino allo smarrimento di sé (la degenerazione ultima è il disturbo da dissociazione dell’identità). Lo fa in maniera leggera, come una danza e come un gioco, ma in una direzione sempre più precipitosa. Boccassi e Boggio Sola delineano dei protagonisti non totalmente inconsapevoli dell’assuefazione al metaverso, persino dotati di lampi di lucidità, eppure inerti nel lasciarsi scivolare in vite artefatte. Perché “esistono più dimensioni e non sono parallele, ma comunicano l’una con l’altra”, prendono vita e si impongono. Siamo a teatro e qui tutti, attori e spettatori, siamo coinvolti in un gioco che è anche esercizio della mente e immaginazione. Facciamo un patto lucido e ludico, durante il quale ci lasciamo andare ma continuiamo a pensare. E Fiction fa pensare, con ironia e leggerezza come nello stile della Coltelleria Einstein, alla facilità con la quale si può abdicare al pensiero.