Polvere Umana

Azione teatrale liberamente ispirata ai romanzi di Primo Levi
di e conGiorgio Boccassi e Donata Boggio Sola
collaborazione ai movimenti di scena Paola Bianchi
collaborazione al progetto drammaturgico Graziano Melano
voce narrante Massimo Rigocostumi Anna Trisoglio

serale adulti – scuole: 11-18 anni

“Sono un uomo normale di buona memoria che è incappato in un vortice, che ne è uscito più per fortuna che per virtù.”

Primo Levi è testimone e vittima di Auschwitz. L’uomo denudato della sua identità, costretto a battersi come un animale per la vita, costretto a cambiare il suo codice morale. Sulle sue parole chiare, concise, asciutte e precise come una formula chimica si muovono gli attori, nella tensione suscitata dalla lucidità di questo ricordo terribile. Vittime, aguzzini, desolati e aggressivi, rassegnati e vacui. E se appare un sorriso, un lampo di ironia, è per esorcizzare attraverso la malinconia del clown il timore che nulla sia cambiato.

Il linguaggio teatrale è quello del movimento accompagnato dalla musica, con pochissime parole. Teatro di immagine e di silenzio, con improvvisi scatti lancinanti e disperati, con momenti di invenzione poetica su un tema difficile e desolato.

“Se dall’interno del Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire ciò che a noi viene inflitto.” (Primo Levi)

Si ringraziano per la collaborazione: Pier Paolo Casanova, Pietro Casarini, Giorgio Penotti, Massimo Rigo.
Prodotto in collaborazione con la Regione Piemonte.

Scheda didattica

Menzione speciale a “Polvere umana” – Coltelleria Einstein

“In una stagione caratterizzata dalla forte e innovativa presenza di spettacoli di riflessione civile, legati all’attualità o alla memoria storica, Polvere umana si segnala per l’impegnativa scelta del libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi, e per l’efficace trasposizione teatrale.
Gli autori Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola – che dello spettacolo sono anche ottimi interpreti – riescono a restituire in scena tutti i punti nodali del libro, e a trasformare, con l’aiuto delle immagini e di una gestualità asciutta, le parole di Levi in una sorta di cerimonia priva di retorica, che rinnova l’orrore e la pena dei campi di sterminio nazisti. Per non dimenticare.” (Premio Stregagatto – E.T.I. – 2004

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